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SaloneSatellite. 20 anni di nuova creatività

INAUGURAZIONE  4 Aprile 2017  dalle 20.30 alle 23.00

a cura di Beppe Finessi

allestimento Ricardo Bello Dias

progetto grafico Leonardo Sonnoli

Dopo la mostra Avverati. A Dream Come True, allestita nel 2007 in occasione dei primi dieci anni del SaloneSatellite, quando per la prima volta si era fatto il punto su questa esperienza e sui primi risultati raggiunti, con SaloneSatellite. 20 anni di nuova creatività, si presenta un nuovo progetto espositivo – ancora una volta a cura di Beppe Finessi e allestito da Ricardo Bello Dias e, oggi, sostenuto dal progetto grafico di Leonardo Sonnoli – che prova a ripensare all’intera storia di questa manifestazione, riguardando il lavoro di tutti i designer che hanno cercato attraverso il SaloneSatellite l’ascolto e il dialogo con il mondo della produzione e della critica, ma anche il confronto con altri giovani progettisti che in luoghi differenti del mondo stavano cercando di portare idee nuove nel design, e soprattutto nell’universo domestico.

SaloneSatellite. 20 anni di nuova creatività raccoglie oltre 500 progetti di altrettanti designer, autori che hanno costantemente praticato tre strade ricorrenti e differenti tra loro, corrispondenti a tre modalità e approcci progettuali diversi: tre grandi ambiti che hanno suggerito un ordinamento in tre atti, corrispondenti alle tre navate della grande “Cattedrale” della Fabbrica del Vapore, architettura piena di fascino e di storia che ospita la mostra.

Molti autori hanno dimostrato di prediligere un ragionamento basato sull’innovazione tipologica, provando a ripensare le forme tradizionali degli oggetti domestici riuscendo a re-inventare un imbottito, un tavolo, una libreria, superando le immagini già acquisite, e soprattutto evitando l’ovvietà, ma anche capaci di proporre progetti che indagano l’universo dei giochi per bambini, degli oggetti per il verde domestico, oppure di ripensare gli strumenti tecnologici oggi indispensabili, o le presenze senza tempo come candelieri, ganci appendiabiti e fermaporte.

Altri progettisti hanno concentrato idee e azioni sulla sperimentazione costruttiva, attraverso un’intelligente e accorta ricerca sui materiali e sui possibili e differenti modi di impiegarli, e sui relativi aspetti tecnologici. Questi giovani si sono cimentati in vere e proprie invenzioni strutturali degne dell’ufficio brevetti, immaginando l’utilizzo del legno dove tradizionalmente era previsto il metallo, o di elementi in terracotta al posto della certezza consolidata di una plastica stampata, o del cartone al posto di una rete metallica; oppure si sono misurati con il riciclo, il recupero e la trasformazione delle materie prime e dei semilavorati, o dei prodotti finiti che ormai avevano concluso il loro (primo) ciclo vitale, ma che in realtà non avevano ancora smesso di poter essere utili: e così è nato l’impiego accorto di un preciso materiale, che curvato e tagliato in un particolare modo generava un oggetto semplicemente intelligente e nuovo; e di altri dove una particolare lavorazione, messa a punto con un’originale tecnica produttiva, permetteva di ottenere forme, e quindi funzioni, nuove; e altri dove il peso di una lastra di marmo, oltre ad essere preziosa, aggiungeva stabilità.

Una significativa presenza è quella degli oggetti legati all’innovazione formale, alla ricerca di una valenza scultorea, agli aspetti decorativi, e anche a un modo solare e spiritoso che passa attraverso metafore e allusioni: tutto questo negli oggetti d’uso ha voluto dire immaginare presenze che richiamano nella loro conformazione il mondo della natura, o che tendono con slancio verso un segno evidentemente scultoreo, e che disegnano nello spazio corpi ricercati nella loro composizione, proporzione, ritmo, o che provano soluzioni decorative mai viste prima, fino ad arrivare a oggetti dove la forma ha una funzione fondamentale, perché anche la “bellezza” di un oggetto può avere un profondo significato e valore: quello di parlare del proprio tempo attraverso una personale sensibilità estetica: oggetti che orgogliosamente possono essere scelti anche da chi ha la serenità e il coraggio di dire, semplicemente, “mi piace”.

La mostra ci ricorda anche che in questi ultimi vent’anni il mondo del design è profondamente cambiato, e che i giovani che hanno partecipato al SaloneSatellite hanno saputo registrare per tempo le nuove temperature del “pianeta design”.

Così, dalle prime edizioni, tra i giovani erano frequenti ricerche propriamente più libere, alle volte ancora meta-progettuali, spesso permeate di humour e ironia, poco prima che una certa innovazione tecnologica mostrasse altre possibili strade, mentre oggi ritroviamo in molti nuovi autori un evidente buon gusto, fresco e aggiornato, che si evidenzia in oggetti ben proporzionati, sostenuti da una componente estetica di qualità, spesso elegante e alle volte sofisticata.

E se vent’anni fa le scuole di design erano molte meno, e soprattutto era ancora molto alta la percentuale di architetti tra quelli che cercavano nel design un territorio espressivo e di lavoro, oggi la grande maggioranza dei giovani che vogliono provare questo mestiere si sono formati direttamente come designer, e questa specifica educazione si è sentita nel loro modo affrontare il progetto, ma anche di porsi e comunicare il proprio lavoro: così negli ultimi anni quasi tutti i partecipanti al SaloneSatellite dimostrano di sapere presentare al meglio le proprie idee, prima con un portfolio (valutato dal Comitato di Selezione), poi con l’allestimento del proprio stand e con l’esposizione dei propri oggetti.

 

Fabbrica del Vapore
Via Procaccini 4, Milano
dal 5 al 9 aprile: 10-22
dal 10 al 25 aprile: 10-19
ingresso gratuito